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Anello Monte di Ragogna

Indicazioni per il parcheggio.

Arrivati a San Daniele del Friuli, tenendosi sulla statale 463 si prende la strada per Ragogna, passando il paese, e sorpassando anche il paesino di San Pietro. Con la vettura ci dirigiamo vero il monte di Ragogna (l’unico nelle vicinanze) fino a trovare un ampio tornante con parcheggio e tavoli in legno che guardano il paesaggio verso Ragogna stessa. Parcheggiamo e nell’apice del tornante si dovrebbero vedere le insegne che indicano i percorsi ristrutturati della Grande Guerra.

Escursione.

Prima di infilarci nel bosco, nella curva precedente al parcheggio è d’obbligo una sbirciatina a quelle che oggi sono sul limitare della strada, e allora erano le riservette di munzioni e acquartieriamento, ovvero un probabile riparo notturno. Si tratta di due piccole grotte artificiali scavate nella roccia e pavimentate in cemento così come soffitto e pareti. Tornando sulla curva dove abbiamo parcheggiato prendiamo il piccolo sentiero all’interno della radura. In breve (una ventina di metri) ci troveremo nel bel mezzo di quello che erano le trincee di guerra, oggi la natura si è ripresa quello che gli spetta e le forme delle trincee sono per lo più abbozzate ma comunque riconoscibili.  Proseguendo nella boscaglia rada, dopo circa 2-300 metri incontreremo gli impianti idrici della fortificazione, forse addirittura una sorta di “doccia all’aperto delle truppe” ma non ne siamo sicuri. Proseguendo a seguire il sentiero sbucheremo in una sorta di piazzola che guarda verso Ragogna. Si tratta delle piazzole dove erano installati i possenti cannoni calibro 149mm. Il tutto ben documentato dai cartelli esplicativi. Continuando a seguire l’evidente traccia si sale leggermente sino a sboccare nella strada. Si prosegue nell’asfalto per una cinquantina di metri a est / nord-est fino a intercettare il sentiero che sale in cima al Monte Ragogna, dove il culmine è il punto di osservazione (preceduto da una passerella in legno) a 502 metri che guarda a tutta la vallata del tagliamento. Continuando confortati dai bolli bianco rossi del CAI andremo a scendere all’interno del bosco per poi risalire sino a trovare due bunker. Uno era aperto al nostro passaggio, ma non avendo con noi una torcia abbiamo evitato di visitarlo visto che l’interno sembrava diramarsi in due stanze nel buio assoluto. Quello successivo e probabilmente speculare nella costruzione al primo era chiuso. Sempre tenendo il percorso ci ritroveremo a sbucare nella piazzola del ristorante. Anche in questo caso, dinnanzi all’esercizio commerciale, un po’ a fatica si nota un piazzale strano. Si tratta di un altra piazzola per cannoni di grosso calibro puntati sulla pianura friulana. Siamo di fatto sulla strada e tenendo il ristorante sulla sinistra prenderemo un sentiero poco visibile dietro di esso dove ci sono le antenne Radio e TV. Passando accanto ad una recinzione con caprette ad un certo punto farà capolino l’enorme croce di ferro seguita a vista da una campana che ci poterà esattamente all’ingresso del monumento per gli Alpini del battaglione Gemona. In particolare si tratta del memoriale ai caduti del piroscafo Galilea.  Andando verso la chiesa usciamo sino a trovarci in strada che seguiamo verso ovest. Sorpassato il ristorante poco più avanti si paleserà una enorme radura dove in fondo si noterà il forte del Cavallino. Si tratta di una fortificazione in cemento chiusa al pubblico dove dalle porte chiuse da una grata si possono leggere gli eventi bellici risalenti alla prima guerra mondiale. Da qui stando sulla strada asfaltata, sempre in direzione ovest, la seguiamo sino ad incrociare prima dove eravamo usciti in direzione del punto panoramico e quindi qualche tornante più sotto dove abbiamo parcheggiato.
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