Casera Fleons di Sotto (Ciaspolata)
Indicazioni per il parcheggio.
Mai più escursione fu facile da raggiungere e parcheggiare come questa; raggiunto il borgo di Forni Avoltri si seguono le indicazioni per lo stabilimento della Goccia di Carnia – Pierabech sulla strada Regionale 355. Appena giunti sul ponte del Rio Bordaglia – Fleons, a destra di scorgono le indicazioni per Pierabech (o Pierabec), ci si inoltra per la strada e dopo qualche chilometro si passa sulla destra una chiesetta. Dopo una curva appare lo stabilimento della Goccia di Carnia. Noi si prende la stradina che scende sulla destra. Dopo circa 3-400 metri, sempre sulla destra, si palesa un enorme parcheggio.
Escursione.
Dal parcheggio (1078 mslm circa) si prende la carrareccia che passa accanto alle Cave di Marmo, famose perché usate anche nell’Empire State Building, per incontrare il primo bivio. Si tiene il sentiero più a sinistra (indicazione per Stretta di Fleons) detto anche il “Sentiero della Fede” o meglio CAI 140, e ci si inoltra nel bosco. A seconda della quantità di neve potrete anche trovarvi con parti ghiacciate. In questo caso è comunque consigliabile essere dotati di Grip Antiscivolo chiodati per non rovinarsi la giornata con una caduta. Si sale in modo costante ma non eccessivo, di quando in quando ci sono delle aperture su qualche rio (Cercenut e Navastolt) che offrono delle spettacolari viste ghiacciate, gentilmente offerte dalla natura di questi luoghi.
Dopo una svolta secca la carrareccia si fa più attrezzata, con tanto di recintato in legno sul Rio Fleons sino a giungere alla Sorgente (1407 mslm), dove si può vedere una vista sul corso d’acqua e poco sopra la Madonnina votiva. Dall’altro lato (destro) del Rio, tra le rocce, si può scorgere facendo attenzione le bocche di fuoco di un bunker della Prima Guerra Mondiale.
Proseguendo nel sentiero ci troveremo davanti ad un altro bivio, a destra si va verso la Casera Sissanis di Sotto, noi invece proseguiamo verso sinistra aggirando la sbarra che ci si palesa davanti.
Si prosegue per circa un chilometro sino ad attraversare il Rio Fleons completamente innevato e circa 50 metri dopo ci troveremo davanti ad un grosso macigno che ci obbliga a girare decisamente verso destra. Qui la salita si fa importante e dopo un tornante ci troviamo in una ampia radura ghiacciata, dove guardando verso nord-ovest scorgiamo in lontananza il tetto della Casera di Fleons di Sotto (1575 mslm). Un ultimo importante sforzo, andando a zig-zag e si arriva ai piedi di quella che mio avviso è una delle caratteristiche Casere più belle che abbia mai visto, con il suo ballatoio in legno dall’aspetto retrò e anche un po’ precario. Dopo la rispettosa visita alla casera e la sosta pranzo tra le panchine sotto il ballatoio, godendo di una vista spettacolare (purtroppo d’inverno la creta di Fleons e il Monte Navastolt coprono con la loro presenza la traiettoria del sole, viceversa ci sarebbe stato anche un bel tepore) sia verso Ovest che verso Nord ed Est.
Si riparte, l’idea era quella di prendere il Sentiero CAI 403 detto anche “Traversata Carnica” verso la Casera Sissanis di sotto per poi arrivare, dalla parte opposta, al bivio citato in precedenza. I segnavia sono stati piuttosto difficili da trovare se non con l’ausilio del GPS, quando a neanche il primo quarto di strada i maestosi boati delle slavine si sono fatti sentire minacciosi. Evidentemente non eravamo ospiti graditi dalla Montagna. Pur con tutto il bosco davanti non c’era pericolo, però considerando che dovevamo passare almeno tre punti considerati di sfogo non è mai il caso di ignorare simili avvertimenti. Abbiamo quindi prudentemente ripiegato verso il basso fino ad intercettare le nostre tracce, e da li a ritroso.
Nella zona della sorgente abbiamo anche tentato di visitare il bunker, ma non siamo stati in grado di trovare l’entrata.
Al di la della ciaspolata, davvero suggestiva, questi luoghi sono davvero molto belli anche nel periodo estivo, dove senza l’aggravio della neve si può spingere di più con ritmi e tempo e cercare di salire ad esempio verso Casera di Creta Verde se non addirittura alla Creta vera e propria.