Arrivati a Villa Santina da Tolmezzo si tiene la strada verso Enemonzo – Ampezzo. Ed infatti dovremo arrivare e superare proprio l’abitato di Ampezzo in direzione di Forni di Sotto. Non dobbiamo prendere la strada che porta verso Sauris dal centro del paese, ma dobbiamo, come detto, sorpassarlo. A nemmeno un chilometro, dopo un tornante, vedremo apparire sulla destra la strada che porta al Passo del Pura e al Rifugio Tita Piaz (vedi percorso). A questo punto imbocchiamo la strada per 8 km che ci porterà proprio dinnanzi al rifugio, dove troveremo un ampissimo parcheggio.
Escursione.
Si parte prendendo la sinistra del Rifugio Tita Piaz (1417 mslm), dove una evidente carrareccia ci invita a percorrere il sentiero delle vette. A nemmeno 100-150 metri vedremo la deviazione sulla destra che ci porta dentro il bosco, sentiero CAI 238. Qui inizia una salita costante, ma non troppo onerosa, di circa 200 metri di dislivello che ci porterà alla Casera Nauleni (1639 mslm). Quella che fa capolino uscendo dal bosco in realtà è una stalla, per altro abitata da due splendidi puledri, almeno al nostro passaggio. La casera vera e propria è dentro lo scollinamento. Vale la pena comunque deviare sulla sinistra per una breve e meritata pausa.
Si ritorna indietro sino ai cartelli che indicano la deviazione la Forcella Nauleni e Monte Colmaier. Occorre fare molta attenzione perché in realtà il tracciato sul terreno ci ha indotti in errore, e non soltanto noi. Infatti altri escursionisti che ci hanno preceduto si sono infilati per la traccia, per altro priva di segnavia CAI, cosa che mi aveva fatto insospettire e che porta di fatto al Monte Nauleni. Occorre quindi prestare molta attenzione alla presenza dei segnavia bianco e rossi.
Stando sul sentiero CAI 238 siamo fuori dal bosco e si comincerà a salire con costanza, ad un certo punto si palesa sulla sinistra una pozza abitata da girini e Tritoni, nonché libellule che formano uno spettacolo inatteso. Si sale con facilità sino ad arrivare alla Forchia Nauleni (1709 mslm) dove è abbastanza probabile che un bel vento, che sale dalla val ampezzina, vi accolga con le sue folate. Giusto il tempo di fare qualche foto e si riprende il sentiero, qui la salita si fa seria, con una discreta pendenza. Complice anche il caldo torrido dobbiamo affidarci a qualche sosta extra. Alcuni passaggi sono spettacolari, con alberi che di fatto con le loro radici tengono in piedi il sentiero che altrimenti diventerebbe impraticabile. Non è mancato anche il colpo di scena, con una Stella Alpina proprio sul margine del sentiero pronta a farsi fotografare.
Ad un certo punto si arriva ad una sorta di balcone naturale, che guarda sempre verso la valle ampezzina, poco più in la la cima, o meglio le cime del Monte Colmaier (1858 mslm). Di fatto il sentiero passa sotto due piccole cime che però sono impraticabili per la vegetazione. Mentre seguendo il percorso sbuca in una piccola selletta. Poco sopra quest’ultima vi è un esposto roccioso con sopra un palo, non ho capito se sia una croce di vetta o servisse a qualcos’altro. Fatto sta che c’è un palo piegato dal vento, e questa cima è decisamente più in basso delle altre che abbiamo sfiorato. Dalla selletta le indicazioni, sempre chiare e precise, ci invitano a scendere. La discesa è piuttosto brusca e gli “scalini naturali” rispetto alla salita, sono molto più ampi, per cui fate attenzione. Dopo circa 3-400 metri arriveremo alla Forchia Grande (1739 mslm). Qui verosimilmente con le tempistiche possiamo fermarci per il pranzo, dove tra l’altro sono presenti panca e tavolo in legno adatti allo scopo.
Si riprende, sempre tenendo il sentiero sulla destra. Sarà un sali-scendi poiché saliremo fino a 1789 metri per poi scendere alla selletta di Forchia Piccola (1752 mslm). Di fatto qui è l’ultimo aggancio qual’ora voleste visitare Casera Colmaier (sulla destra) che tra l’altro dovreste vedere ad occhio nudo. Noi abbiamo proseguito diritti salendo in modo deciso sul crinale del monte, fino a quando vicino alla sommità il mugo e la parte rocciosa si scambia nel giro di qualche metro con una vegetazione piuttosto erbosa ed alta. Altri 20 metri e un cartello ci saluta, siamo arrivati alla vetta del Monte Sesilis (1842 mslm). Nonostante sia più basso del Colmaier, qui la vista è decisamente migliore, potendo spaziare a 360° e godendo di una vista eccezionale su Sauris, dal lago sino alle verdi alture dei pascoli, tuto ciò guardando a Nord Ovest.
Per il ritorno potete scegliere se tornare indietro verso Casera Colmaier, e quindi verso Casera Nauleni già visitata in precedenza, oppure se siete in forma prenderla alla larga andando verso il Pas dal Creton (1525 mslm) e da qui scendere attraverso l’ampia carrareccia di servizio alla forestale che vi condurrà sino al rifugio Piaz. Si tratta di un percorso parecchio lungo (4 km abbondanti) ma tutta via a tratti interessante. Sulla sinistra si intravederà la Forra del Lumiei mentre a metà percorso avrete anche la possibilità di visitare l’antica Calcinaia ristrutturata intelligentemente per motivi turistici. La carrareccia non presenta difficoltà ovviamente, tenete sempre la sinistra a scendere, sarà impossibile perdersi, eccetto il primo bivio, tutti gli altri sono ben segnalati con relativi cartelli.
Il percorso è molto bello anche a livello botanico, sebbene non sia un intenditore delle varie specie, in tutto il tracciato abbiamo visto una varietà di fiori davvero incredibile, oltre alla citata Stella Alpina, anche una orchidea fino alle comuni margherite. Alcune le potete vedere nelle gallery fotografiche sottostanti.