Da udine nord si va a Povoletto, quindi Faedis. Arrivati in piazza si prende a sinistra, quindi subito a destra. Da qui si segue la strada per diversi chilometri di tornanti sino ad arrivare a Canebola. Si oltrepassa il paesino passando per il piccolo centro, quindi dopo qualche tornante si arriva al quadrivio con la chiesa di San Antonio ben visibile alla vostra sinistra. Qui ampio parcheggio ai lati della strada.
Escursione.
Dalla piccola chiesetta di “San Antonio”, dietro di essa, parte una traccia abbastanza evidente e poco più avanti, su un “cappello” metallico che fa da grata di areazione posta sopra un vecchio bunker, dovremo scorgere il segnavia CAI. Si scollina scendendo e quindi risalendo a vista nell’altra radura, qui tra gli alberi si scorgerà il colore bianco-rosso che ci conforta nella strada da intraprendere. Si sale dolcemente, alternando passaggi in spazi aperti a bosco, per poi “inoltrarsi” definitivamente all’interno di quest’ultimo. Qui di fatto è tutta la salita della giornata. Sarà più difficile il ritorno, visto che le radici offrono un terreno sconnesso, mentre in salita sono d’aiuto a formare quasi una sorta di scalinata naturale. Vista la temperatura piuttosto elevata al mio passaggio, questo “viaggio” nel bosco che solitamente è noioso dal punto di vista paesaggistico, si rivela gradevole con una quindicina di gradi di meno rispetto alla battuta di sole. Ad un certo punto si esce allo spazio aperto, e girato un tornante, ci ritroveremo davanti i resti collassati di un “Bunker” abbastanza grande. Circa 10 metri dopo il sentiero sbuca sulla rotabile militare. La imbocchiamo seguendo il percorso (a sinistra) seguendo per un tornante fino ad uscire su un belvedere che ci permette una vista (e un punto fotografico) su Masarolis e il Pulfero in generale.
Puntiamo, sempre seguendo i segnavia CAI, alla collina alla nostra sinistra verso le orribili antenne della Croce Rossa, passate oltre sbucano dalla collina successiva quelle della Protezione Civile. Senza di esse il paesaggio sarebbe molto bello, ma per una volta si deve abdicare alla effettiva utilità di questi enti pagando la bruttezza di questi artefatti. Arrivati nella vicinanza delle seconde antenne guardiamo a destra, dovremmo scorgere un segnavia CAI sullo sfondo, a circa 2-300 metri da noi. Io sono sceso nuovamente nella rotabile militare e sarebbe stato sufficiente seguirla, in realtà poi sono risalito per il crinale e ho fatto una deviazione accorciando il percorso. Seguendo il sentiero CAI o la rotabile, alla fine si sbuca alla fine della strada militare, dove un “curioso cartello” ci informa che la strada non è sotto manutenzione. Il cartello è alquanto ambiguo poiché la strada sbuca in una sorta di piccolo piazzale coperto dalla radura. In mezzo a questa un altro cartello CAI, con una freccia verso sinistra, ci invita a prendere quella direzione. Guardando nel bosco ho visto altri segnavia, probabilmente di altre traccie, ma le ho ignorate. Seguendo la freccia si fa una piccola salita e alla fine si sbuca nella sommità del Monte Joanaz (metri 1169 ) per buona parte coperta dalla vegetazione. Per il ritorno si può optare di seguire la rotabile che potrà portare direttamente dove siamo sbucati dal bosco e da li fare il percorso a ritroso sino al parcheggio.
Nel complesso è una piacevole camminata senza grosse pretese a livello fisico ed escursionistico che può andare bene per gran parte dell’anno per chiunque.