Indicazioni per il parcheggio.
Arrivati a
Cimolais dalla SR251 si attraversa il piccolo paese seguendo le indicazioni per il
rifugio Pordenone. Si imbocca quindi la lunga rotabile che, alternando tratti asfaltati con qualche guado e qualche tratto bianco, ci porterà dopo 11km circa al Pian Meluzzo, appena sotto al rifugio Pordenone, dove si potrà parcheggiare comodamente.
Nei mesi estivi la strada della val Cimoliana è soggetta a pedaggio; nel 2016 il costo per auto era di 6E, da pagare all’addetto alla sbarra posta in località
ponte Compol (dopo circa 3km).
Escursione.
Al parcheggio di
Pian Meluzzo (1163m) è presente un grande cartellone informativo che riporta le direzioni da seguire per raggiungere alcune delle mete presenti nel parco. Si parte in direzione di
casera Meluzzo, nell’omonima valle, lungo la strada forestale ben evidente dinnanzi; la casera si supera poco dopo e si continua sempre lungo la carrareccia sino al primo bivio, ben segnalato, in cui ci si indirizza verso destra (CAI 362) entrando nella
val Postagae. Si continua su carrareccia costeggiando il torrente fino a trovare il punto in cui si stacca netto il sentiero verso sinistra (1230m ca.), entrando nel bosco della
Val d’Inferno ed alzandosi rispetto al torrente. Sinora abbiamo percorso circa due chilometri e mezzo guadagnando pochissima quota. Dopo un breve strappo iniziale il percorso in bosco diventa quasi piano per un altro chilometro circa; a questo punto dal parcheggio abbiamo guadagnato poco meno di 200m in dislivello. Il resto del tracciato è tutto in salita, a pendenza quasi costante; attorno ai 1550m ca. si interseca un piccolo rio che in presenza di acqua forma una cascatella. Si rifiaterà un pò solo dopo aver superato il bivio a quota 1790m – casone Val dell’Inferno (di cui non ho scorto traccia di ruderi). Al citato bivio di quota 1790m una tabella del parco ci indirizzerà verso sinistra, e traversando un piccolo rio entreremo nella
Val di Guerra.
Fino a questo punto la salita è avvenuta in bosco, ottimo per il refrigerio vista la calda giornata, ma piuttosto monotona e scevra di grandi panorami, a parte qualche vista verso le cime Postegae e le guglie dei Spalti di Toro. Dopo il bivio tutto cambia! In Val di Guerra il bosco sparisce, lasciando posto ad una bellissima conca prativa d’alta quota disseminata di grossi massi e macchie di pino mugo, racchiusa da contrafforti rocciosi tra cui spiccano la
Cima Val di Guerra e
Croda del Sion a destra e la
Cima Brica a sinistra.
Il sentiero continua evidente lungo la valle, piegando poi verso sinistra cominciando a salire verso il passo, ora visibile, che si raggiungerà attraversando gli evidenti ghiaioni presenti alla nostra destra. Poco prima del passo incontriamo alla nostra sinistra il sentiero 369 per la
forcella dell’Inferno e la
Val di Brica. Siamo ormai alla meta,
Passo del Mus, quota 2063m. Il panorama, per la complessità dei gruppi montuosi vicini, non spazia molto lontano, ma cionondimeno è di grande soddisfazione; osservando oltre il passo si scorgono in lontananza l’
Amariana e più in là i monti attorno al
Montasio.
Incontrati diversi altri escursionisti, tra cui due ragazzi trevisani con un pastore tedesco impegnati in una traversata di più giorni e, sorpresa finale, appare anche un giovane stambecco per nulla intimorito dalla presenza umana e canina.
Il rientro avviene lungo il percorso già effettuato.
Nota sulla traccia GPS riportata: il percorso del ritorno è esattamente quello dell’andata. La traccia GPS in discesa si posiziona erroneamente sull’altro versante della val Postagae per uno dei tanti errori che possono influire sulla corretta determinazione delle coordinate – in questo caso probabilmente segnale riflesso (errore di
multipath).