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Ferrata degli Alpini al Zuc della Guardia e salita sul monte Pizzul.

Indicazioni per il parcheggio.

Il passo di Cason di Lanza (1552m) può essere raggiunto salendo da Paularo o da Pontebba; i percorsi si equivalgono (circa 15km), ma solitamente la strada che sale da Pontebba ha una percorribilità migliore. Al passo ampia possibilità di parcheggio.

Escursione.

Gli appassionati più allenati solitamente affrontano la ferrata sullo Zuc della Guardia in discesa dal monte Zermula, dopo aver salito la ferrata “Amici della montagna”. Per noi è la prima uscita con set della stagione, e ci accontentiamo di fare solamente la Ferrata degli Alpini. Si parte salendo per il sentiero 442a che punta verso la forca di Lanza, e lo si percorre, perlopiù in bosco, fino ad uscire in zona più aperta ed inaspettatamente acquitrinosa. Arrivati ad un piccolo corso d’acqua si noterà una tabella con indicazioni per la ferrata degli alpini; giriamo in quella direzione e prendiamo subito una marcata traccia non segnata che comincia a  salire verso la destra del Zuc della Guardia andando a rasentarne la parete. Si sale sempre più ripidamente fino ad entrare in un colatoio: qui si consiglia di guadagnare le zolle erbose presenti alla propria destra e salire per tracce su percorso mai particolarmente difficile. Si giunge così rapidamente all’attacco della ferrata (ca. quota 1800m) dove si potrà rifiatare e, d’estate, quasi sicuramente incontrare alcune amichevoli marmotte. Le caverne di guerra ivi presenti invitano ad una rapida esplorazione, dopodiché indossiamo il set da ferrata. La ferrata parte con una breve scala metallica verticale, dopo la quale si incontrerà il cavo d’acciaio che ci accompagnerà fino in cima; la storica catena una volta presente è stata completamente tolta (almeno in salita, mentre ne rimane un tratto – forse come testimonianza storica – lungo la discesa). La ferrata è corta ma carina, facile ma con almeno un paio di passaggi più impegnativi. Durante la salita in un contenitore metallico rosso si troverà il libro di via. Si lascia il cavo ormai in vista della croce di vetta (1911m), vicino a quello che parebbe essere lo “scafo” di una vecchia carriola. Altre testimonianze del passato turbolento di queste vette sono presenti attorno alla cima: vecchio filo spinato, postazioni (su un vicino picco si notano degli scalini), caricatori arrugginiti. Il panorama è meritevole, anche se limitato dalle vicine cime di maggiore elevazione. Attenzione a prendere correttamente l’attacco del cavo che accompagna per tutto il tragitto di discesa; qui usare cautela se siete in gruppo, o se vi sono altri escursionisti, in quanto è veramente facile che parta qualche sasso. E’ possibile scendere utilizzando il cavo come passamano, ma visto che abbiamo adosso tutta l’attrezzatura sarebbe una leggerezza non vincolarsi anche in discesa. Al termine del cavo si arriva in un area colonizzata dai mughi, dove non vi sono più difficoltà, e poco dopo alla tabella incontrata in salita. Fino a qui abbiamo superato poco meno di 400m di dislivello. A questo punto, visto che abbiamo tempo e fiato, decidiamo di salire per sentiero sul vicino monte Pizzul. Converebbe continuare lungo il 442a fino alla forca di Lanza e da lì seguire a sinistra la marcata traccia che porta in cima, ma noi proviamo a seguire il sentiero che porterebbe in quota all’attaco della ferrata dello Zuc della Guardia cercando di staccarci poi verso destra su quello che, dalla cartografia in possesso, pare una buona traccia. In realtà la traccia risulterà essere una vecchia trincea invasa dalla vegetazione e molto difficilmente percorribile, per cui la lasciamo e proseguiamo salendo a vista lungo il facile versante pratoso fino ad incrociare sul dosso sommitale la chiara traccia che proviene dalla forca di Lanza. Seguendo questa si giunge, con qualche saliscendi, sulla cima erbosa del monte Pizzul (1985m); tra i sassi dell’ometto di cima si trova anche un vaso con ‘libro di vetta’ (un grazie a chi lo ha posto!). Panorama interessante che offre un punto di vista inusuale sul Zuc della Guardia, ed anche qui trincee, cavernette e postazioni di guerra. Per la discesa raggiungiamo la forca di Lanza (1831m) e quindi scendiamo alle auto.
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