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Stavoli di Moggio

Indicazioni per il parcheggio.

Arrivando dalla SS Pontebbana si esce a sinistra in direzione di Moggio Udinese, appena usciti dal ponte si prende la strada a sinistra, quindi dopo pochi metri al bivio ancora a sinistra. Ci si immette in una strada che corre accanto alla ciclovia Alpe Adria sino all’abitato di Campiolo, dove prima di entrarci prendiamo la strada in salita a destra (indicazioni per Stavoli presenti). Qui si sale per una strada che di fatto non porta da nessuna parte, dovremo arrivare fino al penultimo tornante, poco prima sarà ben visibile sulla sinistra l’attacco all’escursione. Nella zona dei cartelli o nel tornante ci sono ampi spazi sul lato della strada per poter parcheggiare.

Escursione.

Dal parcheggio (400 metri circa) si scende nella boscaglia seguendo il ben evidente sentiero. Giunti in prossimità del Torrente Glagno si incrocia il sentiero CAI 417, a questo punto prendiamo a destra e in pochi metri raggiungiamo una passerella a ridosso del tratto d’acqua. Siamo scesi sino a quota 290 metri. Si percorre un discreto tratto proprio sul greto, dove si può ammirare il Glagno in tutta la sua bellezza stando sul lato destro. Purtroppo la traccia GPS prendeva di rimbalzo i segnali, quindi il disegno sulla mappa risulta un po’ distorto in questo punto, con inesistenti visite all’altro versante del corso d’acqua, benché in alcuni punti sarebbe stato anche possibile. Nonostante il torrente quando è “arrabbiato” lasci i suoi segni con corrimano divelti, e in un punto persino i resti di una passerella, il tracciato è molto ben tenuto. Con due passerelle metalliche, la seconda piuttosto lunga in presenza di un quadrivio acquatico, ci permette di “staccarsi” dal fondo e incominciare la lenta salita in zona boschiva dalla parte opposta. Qui alcuni cartelli in legno posti sugli alberi ci danno prontezza sulla via da intraprendere, visto che dalla nostra sinistra incrociamo il sentiero non cai che arriva direttamente da Moggessa di Qua. Se seguissimo il sentiero a destra invece potremo arrivare “da dietro” alla meta odierna, per altro con minor dislivello complessivo, ma con parecchi attraversamenti del Glagne, dove non è assicurato che lo si possa fare. La salita è costante e in protezione boschiva, quindi un ottimo percorso sotto la calura estiva, ad un certo punto dopo aver incrociato i cartelli che richiedono attenzione circa la gondola che serve a portare materiale alla cittadina, si apre il panorama verso le Moggesse, in particolare quella “di Qua” visto che l’altra è leggermente più defilata alla vista. Da qui in poi la presenza di manufatti, specie a carattere religioso è piuttosto importante, fino ad incontrare una passerella in acciaio su un orrido, dall’altra parte una massicciata con un affresco riportante la scritta “Anni di Guerra 1916” che ci fanno ricordare il monito di quel triste periodo. Curiosamente al nostro passaggio sopra era posta la Bandiera Italiana. Passati dall’altra parte ci rituffiamo nel bosco e dopo un serie di tornanti si apre all’improvviso un prativo dove i piloni della corrente elettrica ci danno l’indicazione dove seguire lo sguardo. Seguendo il prato appare “Stavoli di Moggio” (588 metri) con la Chiesetta staccata dal paese (probabilmente perché un tempo faceva anche da zona cimiteriale) come prima costruzione che incontriamo. Il paesello montano è molto ben curato, segno che i proprietari del luogo ci tengono, ci sono persino degli orticelli. Le case sono letteralmente attaccate le une alle altre formando dei curiosi viottoli e delle “calli” regalando degli scorci fotografici davvero unici. Su alcune sono segnate l’anno di costruzione o ristrutturazione, risalente ai primi del 900, ma altre targhe (in particolare quella al civico 70 dedicata al Mon. Egiziano Pugnetti) danno testimonianza che la zona era già abitata da metà 800. A quanto sappiamo verso la fine di giugno è presente anche una Festa del luogo. Abbiamo girovagato per il paese sino alla fontana, datata 1918, che serviva come lavatoio e alimentata dai numerosi rivoli della zona. Oggi è casa per rane e tritoni che si possono ammirare sul fondo della stessa. Li il sentiero continua e sarebbe il punto da cui risalire nel caso (non consigliato) di utilizzare il percorso dal torrente. Per il ritorno si fa la strada al contrario, per chi non è allenato tenga conto della discesa iniziale che al ritorno diventa salita, ma visto il modesto dislivello crediamo che sia a portata di chiunque. Una piccola curiosità, al nostro passaggio di rientro si è palesato un ramarro di grosse dimensioni, incredibilmente non è scappato lasciandoci fotografare ad una distanza davvero ravvicinata (meno di mezzo metro). Abbiamo cercato di non disturbarlo ed evidentemente non ci ha percepiti come minaccia, è stato parecchio ad osservarci mentre lo riprendevamo con le macchine fotografiche. Anche questo è il panorama di Stavoli di Moggio. Vista la presenza del Glagne è bene programmare la visita non a ridosso di periodi estremamente piovosi, benché il tracciato sul corso d’acqua arrivi difficilmente a condizioni di impraticabilità, in caso di forti piogge con parecchia caduta d’acqua la situazione potrebbe cambiare.
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