Da Pontebba si prende la strada che sale al Passo Pramollo, si attraversa il confine Austriaco e si scende nella vallata opposta. Si effettuano due tornanti, poi si noterà la seggiovia che attraversa la strada. Qui si gira a sinistra dove si palesa l’ampio parcheggio del servizio di salita. La funivia è attiva da giugno a metà settembre, nel nostro passaggio gli orari erano dalle 9 alle 17 per un costo di 12 euro andata e ritorno. Per maggiori informazioni aggiornate consultate sempre il sito ufficiale.
Escursione.
Grazie alla seggiovia si arriva direttamente ai piedi del gigante roccioso. Per chi lo desidera può optare di arrivare in macchina sino alla malga Watschigeralm a quota 1625, e da li coprire i 300 metri di dislivello che separano dall’arrivo della stazione di risalita (quota 1890 metri). Dalla stazione si gira a sinistra e si sale su quella che in inverno è la pista da sci, sino ad arrivare alla successiva stazione di risalita, in estate chiusa, e da li salire verso il canalone sulla destra. Qua possiamo “ammirare” la spettacolare ferrata del Daumling, con tanto di ponte tibetano che connette lo sperone al resto del corpo roccioso. Sostanzialmente si sale nella gola che separa questi due massicci, sino ad arrivare “sulla sella” che ci permette di ammirare “la vista” su quello che era un ghiacciaio (ora una distesa detritica) che si affaccia sulla vallata opposta.
Già prima di arrivare sulla sella, sulla sinistra “fa capolino” la croce, che diventa via via più visibile quando giriamo a sinistra e complici gli ampi tornanti si arriverà molto facilmente alla cima (2140 metri) con la caratteristica croce in marmo. Sino a qui il percorso è praticamente turistico, anzi è probabile che ci sia un certo “traffico” di escursionisti che vanno e vengono proprio in virtù del servizio gondola.
Parte per escursionisti esperti
Dopo la sosta “sulla cima”, si scende nella piccola selletta che precede di qualche metro la vetta, dove dall’altra parte sulla destra scendendo (sinistra salendo) si noterà un “crocicchio” in legno. Saliamo guadagnano queste “cima minore” che in realtà fa sempre parte del Gartnerkofel e continuiamo scendendo nella traccia decisamente meno marcata di quella che ci ha portato alla cima appena conquistata. Da qui in poi la discesa richiede il grado di attenzione massimo, senza l’utilizzo di bastoncini. Si tratta di una discesa con tratti di primo grado, molto esposti. Non è presente nessuna cengia, se non qualche sporadico cordino.
Il primo tratto è la “discesa” di un canalone da impluvio, per cui occorre fare molta attenzione, scendendo uno alla volta al fine di non far cadere sassi. E solo quando il collega è arrivato sul fondo può partire il successivo. Arrivati giù si può tirare fiato e in una curva erbosa è presente anche un libro di vetta (che sul Gartnerkofel non c’era al nostro passaggio), successivamente c’è il punto più pericoloso. Ci si infila tra due picchi rocciosi, per poi scendere dalla parte opposta in totale esposizione. Qui si deve letteralmente girare intorno ad uno “sperone” roccioso per arrivare al “balcone” successivo. Ribadisco e ricordo che si tratta di un tratto totalmente esposto, privo di cavi metallici per cui dovrete necessariamente fare affidamento ai vostri scarponi e alle vostre mani. Quindi movimenti molto ponderati e calmi, non lasciate mai la presa oltre due punti, ma muovetevi lasciando un punto di appoggio per volta, affidandovi agli 3 durante il movimento. Se soffrite di vertigini non fate questo anello, perché in questo punto si è letteralmente sul vuoto senza alcuna possibile protezione.
Una volta arrivati dall’altra parte si può tirare il fiato, quindi un altra porzione di sentiero in curva erbosa che contrasta visivamente con quanto appena fatto, e si riparte con un altra discesa meno esposta che ci porta in un piccolo ghiaione, per finire in un altra sequenza di un paio di “discese” su impluvio, una in particolare ha gli appoggi di roccia scarsi, altre invece la roccia sarà friabile per cui anche in questo caso occorre fare attenzione. Alla fine si esce in una distesa di pino mugo che ci porta alla sella (1914 metri) che porta al Kammleiten. Noi abbiamo girato a sinistra e abbiamo ripreso “in salita” il sentiero che porta sotto le palestre di roccia e da li alla piccola stazione di risalita che avevamo incrociato in partenza. E successivamente in discesa sino alla stazione per la seggiovia.
L’anello è possibile anche farlo al contrario, ovvero risalendo dove noi siamo scesi, in questo caso il grado di difficoltà è minore rispetto alla discesa. Nel nostro passaggio abbiamo incrociato escursionisti sia in un senso che nell’altro. Se non avete fato ferrate o scuola di roccia in precedenza vi consigliamo di non fare questo percorso. Senza tali requisti potete andare e tornare sul Gartnerkofel per la via descritta all’andata e quindi andata e ritorno dal Kammleiten, dato che sono due percorsi esclusivamente turistici e alla portata di tutti.