Indicazioni per il parcheggio.
Dalla statale
Pontebbana SS13 arrivati all’abitato di
Moggio Udinese si attraversa a sinistra il ponte sul fiume
Fella e si entra nella cittadina. Si attraversa Moggio Udinese (attraverso Via Roma e Via Marconi) seguendo in direzione della
Val Aupa – Pontebba. Usciti da Moggio si segue la agevole Strada Provinciale 112 per
quindici chilometri sino ad arrivare alla sella
Cereschiatis (cartello stradale). Qui potrete trovare parcheggio sulla destra, poco prima del cartello stradale di Pontebba, oppure poco prima del cartello stradale della sella; sulla sinistra ampio spiazzo. Dipende dal livello di neve e ghiaccio.
Escursione.
Questa escursione con
ciaspole è molto simile a quella proposta
qualche tempo fa, solo che richiede un impegno fisico maggiore per elevazione e lunghezza. Può essere ottima anche senza le ciaspole, o in caso di un manto nevoso piuttosto solido. Il tracciato dalla sella a 1072 metri sino alla vetta, 1541 metri, non è sufficientemente lineare per cui con molti alti e bassi si realizzano ben 800 metri di dislivello totali.
Si parte nello spiazzo antistante il cartello stradale di
Sella Cereschiatis (1072 mslm), si imbocca l’evidente traccia
più a destra, si tratta della carrareccia che in estate porta alle
Malghe Glazzat bassa ed alta. Teniamo la strada avvolta nel bosco senza indugio, passando qualche canalone di scarico acqua e una piccola casupola per il fieno, sino a trovare un ampia radura. Siamo arrivati nelle
vicinanze della
Malga Glazzat bassa che a mala pena si vede ma è alla nostra destra.
Si prosegue nella carrareccia sino ad incontrare un bivio. Davanti avremo una strada con divieto di transito, noi giriamo a sinistra. Dopo una breve salita al termine di un curvone verso destra si vedranno evidenti i paletti e i segni posti dal
CAI ( sentiero 434). Noi giriamo a destra prendendo la ripida salita. In pratica stiamo salendo alla sinistra del Monte Glazzat. Arrivati in cima si scorge il tetto della
omonima casera.
Guardando verso SUD si dovrebbe scorgere nell’ampia collina che abbiamo di fronte, le antenne della stazione della Protezione Civile. Saliamo prendendole
come riferimento. Quando siamo vicini scorgeremo verso sinistra il capitello con la
madonnina che segna la vetta del
Monte Glazzat (1372 mslm).
Si torna indietro verso la cabinotta con le antenne e si scende dalla collina in
direzione di un bosco su cui domina una altana per il
Bird Watching. Qui prendiamo il sentiero che lambisce sulla sinistra il suddetto bosco e ci porterà in breve ad un
quadrivio. Anche qui i
segnavia CAI (434) sono solerti ad indicarci la strada con tanto di indicazione per Cuel da lis Jerbis. Prendiamo quindi il sentiero sulla destra che si inoltra, innalzandosi in modo evidente, all’interno del bosco. Dopo pochi metri ci troviamo in una suggestiva radura che con la neve assume una visione quasi cinematografica. Proseguiamo salendo, qui la neve al nostro passaggio era stimabile sul metro e mezzo, sino ad un destra sinistra e dove si paleserà sul
costone sinistro un
Bunker della Prima Guerra Mondiale. Un opera davvero incredibile, considerando che è totalmente artificiale. Purtroppo in totale stato di abbandono come molte altre strutture. Un vero peccato poiché a mio avviso il recupero di queste strutture militari, nonché della nostra memoria, avrebbe un ritorno turistico più che apprezzabile. Si prosegue e neanche 50 metri dopo, sempre sulla sinistra, si palesa quella che potrebbe essere l’entrata di servizio del bunker visto in precedenza. Una sorta
di galleria dall’aspetto molto precario. Probabilmente in estate nemmeno si nota visto che deve essere coperta dalla vegetazione, mentre con la neve è piuttosto evidente. Tuttavia
sconsigliamo di entrarci poiché il terreno friabile e la mancata manutenzione rendono il tutto molto pericoloso.
Si continua a salire costanti sino alla curva successiva. Qui abbiamo girato verso destra all’interno del bosco, seguendo un po’ quelle che sono le
orme degli ungulati. In teoria dovrebbe esserci un sentiero, ma è probabile che le indicazioni sulle nostre mappe cartacee fossero non del tutto corrette. Se proseguite nel sentiero CAi 434 troverete più avanti le indicazioni di questo sentiero, segnate con il colore
Giallo e Rosso sul tronco degli alberi. Sicuramente prendendo il sentiero più sopra farete meno fatica. Viceversa si può andare nel bosco (purché muniti di un GPS per non perdersi) poiché questo non presenta pericoli eccessivi. Dovremo comunque dopo circa 100-150 metri avvistare i segnavia giallo-rossi sui tronchi.
Una volta
individuato uno non serve altro che scrutare i tronchi degli alberi per quello successivo, e così via, sino ad arrivare al
Cuel da lis Jerbis (1541 mslm). Il sentiero non è molto battuto, quest’inverno dobbiamo essere stati gli unici poiché le uniche tracce presenti erano quelle degli
ungulati. Questo aspetto ha fatto si che alcuni passaggi richiedessero qualche attraversamento di alberi caduti. Cose tutto sommato semplici ma da affrontare comunque sempre con giudizio. Inoltre qua e la abbiamo attraverso delle chiazze di ghiaccio. Noi riteniamo di essere arrivati alla cima, o vicino, di Cuel da li Jerbis, sebbene la traccia GPS ci ponga più in qua rispetto alla vetta vera e propria, poiché poi il sentiero scendeva e a vista non vi vedeva una elevazione maggiore di quella in cui eravamo. Come detto in precedenza questo colle è totalmente boschivo, tuttavia guardando verso Nord il monte scende in modo molto ripido permettendo comunque una vista verso il
torrente Pontebbana e più sopra il dominio di
Creta di Rio Secco.
Per il ritorno siamo scesi verso EST, con l’aiuto del GPS, con l’intento di raggiungere il sentiero (CAI 434) che porta a
Crete dal Cronz. Anche in questo caso il probabile sentiero era segnalato con bollini giallo-rossi. Una volta intercettato l’evidente sentiero CAI, abbiamo girato verso sinistra per poi intercettare le nostre tracce poco prima del bunker. Qui siamo scesi fino al quadrivio e abbiamo girato a destra nell’evidente carrareccia innevata in discesa. Dopo un paio di km e una serie di curve dovrebbe palesarsi sulla destra un sentiero che permette di scendere sino alla radura di Malga Glazzat Bassa. Se non vi sentite sicuri potete però proseguire dritti sulla carrareccia sino a ritrovare le vostre traccie. Dalle vicinanze di Malga Glazzat Bassa non resta che ripercorre la carrareccia all’incontrario sino a Sella Cereschiatis.