Indicazioni per il parcheggio.
Arrivati all’abitato di Piancavallo da Aviano si tiene la destra sulla rotonda imboccando via Collalto (vedi percorso). Presso la piazza dei Caduti della Resistenza si tiene la sinistra in Via Sandro Pertini percorrendola tutta. Alla fine, dove è presente anche la stazione di sci di fondo, si gira a destra verso la strada turistica del Pian delle More (cartelli in evidenza). Si prosegue per qualche km lungo la strada, fino ad incontrare dei cartelli CAI i prossimità di una curva con una stradina bianca sulla sinistra che porta alla Vasca di riempimento per i cannoni da neve. Si prosegue sino al tornante successivo dove all’apice della curva vedremo un sentiero con il divieto di transito, ovvero l’imbocco del nostro sentiero. Subito più avanti sulla sinistra della strada, un ampio spiazzo per parcheggiare.
Escursione.
Si parte dall’apice del tornante (1165 mslm) e si imbocca la strada forestale per due chilometri e mezzo, in gran parte avvolti nel bosco. La traccia è evidente e ampia mentre la salita non è particolarmente rilevante, nel giro di 30 / 45 minuti arriverete al quadrivio che alla vostra destra porterà verso forcella Giais, a sinistra verso Casera Montelonga. Poco più in la, vedremo un secondo cartello CAI, ed è quello che ci interesserà. Infatti sarà utile per indirizzarci all’interno del bosco più fitto e farsi guidare dai segnavia bianco rossi sugli alberi, si tratta del sentiero CAI 915. In realtà il tratto nel bosco fitto durerà poco, circa 2-300 metri poi spunteremo nella radura e dopo un piccolo scollinamento vedremo dinnanzi a noi i resti della Casera Ciastelat. Si prosegue sempre cercando a vista i segnavia, talvolta sui sassi, talvolta con un evidente paletto. Qui nella radura è impossibile non notare i resti dell’antico insediamento. Sopratutto le rocce, forse per un recinto degli animali, disegnano degli ampi cerchi. Lasciati alla sinistra i resti della casera si gira verso Nord salendo leggermente. Dietro di noi si vedrà l’orribile specchio elettromagnetico che sta in cima al Pala Fontana. Mentre davanti sull’orizzonte fa capolino la nostra prima meta ovvero il Ciastelat. Continuando a salire in quello che una volta erano i pascoli della casera, rientreremo brevemente nel bosco, e dopo qualche tornante ci imbatteremo in un altro quadrivio. Noi giriamo decisamente a sinistra (sebbene il quadrivio non segnali il Monte) e dopo nemmeno 100 metri ci troveremo a salire decisi. Occorre fare attenzione perché ci sono un paio di punti esposti. In breve ci ritroveremo sulla cima del Monte Ciastelat (1641 mslm) dove troveremo la madonnina, una croce di vetta un po’ particolare e il libro nascosto tra le rocce ai piedi della succitata croce.
Dopo una breve sosta si torna indietro, sempre facendo attenzione ai punti esposti, e si torna al quadrivio. In questo caso proseguiamo diritti. In pratica stiamo per fare una lunga attraversata (2 km) in cresta, quindi perderemo poca elevazione. Se la giornata è tersa avremo modo di godere di tutto il panorama che può tranquillamente arrivare sino al mare. Nel nostro caso invece la giornata era contrastata. Improvvisi nuvoloni, quasi autunnali, ci hanno avvolto nella nebbia più fitta (compreso uno scroscio d’acqua), per poi schiarirsi di colpo e offrire la vista sulla pianura friulana in tutta la sua bellezza. L’attraversamento è agevole, solo qua e la occorre prestare attenzione, certamente meno rispetto a quanto abbiamo affrontato sulla prima meta. Ad un certo punto ci ritroveremo dinnanzi all’enorme, quanto brutto, specchio elettromagnetico. Nel nostro caso l’apparizione è stata letteralmente di colpo, visto che nemmeno a 20 metri era visibile, per poi esserlo in modo netto solo qualche minuto dopo. Siamo arrivati in cima al Pala Fontana (1637 mslm), la croce è poco dopo l’orripilante manufatto.
Si prosegue continuando a seguire l’evidente sentiero, dove perderemo decisamente quota, circa 200 metri, sino ad arrivare all’incrocio con il sentiero CAI 988. In alcuni tratti la discesa è piuttosto secca, anche in questo caso si raccomanda prudenza, nulla di complicato ma l’esposizione sul sentiero lo consiglia..
Dal CAI 988 si ritorna con una specie di inversione a U verso forcella Giais che si paleserà entro qualche centinaio di metri con il suo Cristo e il tavolino in marmo poco distante. Continuando ci ritroveremo prima alla deviazione che porta al Col Spizzat, noi continueremo diritti, per giungere al quadrivio iniziale dove abbiamo imboccato il CAI 915. Da qui non faremo altro che tornare a ritroso sulla strada forestale alla vostra sinistra (circa 50 metri dopo troverete un bivio che potreste non aver notato salendo, tenete la traccia a destra).
Si tratta di un percorso per nulla difficile e che è possibile completare in un pomeriggio come abbiamo fatto noi. Da tenere a mente che si tratta comunque di oltre 11 Km, se l’elevazione nel complesso non è probante ci sarà comunque da camminare.
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