Indicazioni per il parcheggio.
Arrivando da Udine sulla SS13 dobbiamo raggiungere l’abitato di
Ugovizza. Stesso dicasi se provenite dall’autostrada, dovrete prendere l’uscita per Ugovizza / Valbruna. Dall’autostrada sarà molto semplice, usciti a destra, si tiene nel curvone della rampa di discesa la sinistra, ci ritroveremo direttamente in
Via Saisera. Per chi proviene dalla SS13 invece dovrà sorpassare l’abitato di Ugovizza e prendere le indicazioni per entrare in Autostrada. Ma in realtà si supera l’ingresso. A questo punto in Via Saisera proseguiamo diritti per la strada superando
ValBruna sulla sinistra e quindi sorpassando in sequenza il parcheggio P1, l’agriturismo Prati Oitzinger (sempre sulla sinistra) fino ad arrivare al ristoro dove è presente anche il
parcheggio P2. Fate attenzione che in determinati periodi i parcheggi sono a pagamento, sebbene con costi irrisori.
Escursione.
Dall’agriturismo si ritorna indietro per circa un centinaio di metri sulla strada asfaltata sino ad imboccare l’ingresso del parco tematico. Qui una
“tabella indicativa” ci mostra i tre anelli che andremo ad effettuare, rispettivamente con il colore verde per il primo, blu per il secondo e rosso per il terzo che è anche quello più complesso a livello escursionistico, sebbene tutto il tracciato sia un livello T.
Si parte infilandosi dietro la tabella, qui inizia un sentiero che ci porta subito nella trincea. Tutto ciò che vedremo in questa giornata sarà relativo
all’esercito austro-ungarico, poiché allora questo era territorio straniero. Prima di spuntare nella carrareccia difronte al
torrente Saisera, vedremo una postazione dove era presente un
“faro per illuminare” la strada di notte, una “
“riservetta delle munizioni”” e un posto di guardia. Dovete tenere presente che nel 1916 il territorio appariva diverso, molti alberi erano stati abbattuti proprio in funzione della guerra, per cui alcune postazioni che oggi appaiano poco sensate, al tempo avevano ben altre visuali.
Come citato in precedenza il sentiero sbuca proprio dinnanzi al torrente Saisera, lo attraversiamo e dall’altra parte dopo pochi metri ci re-infiliamo nella macchia. Dopo pochi metri vedremo una postazione di vedetta, dove il poveraccio sacrificale di turno doveva stare in ascolto e dare l’allarme nel caso di un attacco dell’esercito regio italiano, ovviamente vista la posizione in campo aperto avrebbe avuto vita breve. Subito sopra una prima linea di trincea con le bocchette per poter
“lanciare granate” verso il campo aperto, o meglio verso il Saisera da dove si presume sarebbe arrivato l’attacco italiano.
Seguendo i bollini verdi sempre ben visibili ed abbondanti nel breve arriviamo dinnanzi all’attrazione clou della giornata, ovvero il
“sasso forato” e
“Villa Anna”. Si tratta di un massiccio, alto circa una ventina di metri, completamente forato e
visitabile su più livelli. Si accede con una scaletta in legno dove un entrata a circa 5 metri di altezza ci fa infilare all’interno della roccia. Se effettuate la visita nei mesi estivi apprezzerete la confortevole aria “
condizionata” per contro i militari che sostavano qui d’inverno doveva essere un autentico inferno di ghiaccio. Visitando i vari livelli, con le finestre per i mitragliatori che ovviamente guardavano verso sud, alla fine si sbuca letteralmente dalla parte opposta, dove un pendio qualche metro più in la ci porta su un ballatoio dove è presente
Villa Anna. Si tratta di un ricovero Austro Ungarico ricostruito. Dentro quella che era una
“postazione”, con i letti, la stufetta e con un buco sulla parete un altra postazione da mitragliatrice e una camera cieca per le munizioni. Uscendo dal ballatoio, sulla sinistra un altre due scalette. Una ci porta ad altri livelli dentro la roccia, l’altra direttamente con un percorso a spirale alla sommità di questo “grosso sasso”.
Tornati a terra, proseguiamo in direzione nord. Qui inizia il percorso Blu. Si sale costantemente nella faggeta sino ad arrivare al “
“Fuss Nabois”” a quota circa 1055 metri. Si tratta di una postazione da cannoni di grosso calibro, dove all’interno ci sono altre grotte a più livelli.
Davanti a questo manufatto inizia il terzo anello, quello rosso. Si tratta di affrontare una salita un po’ più impervia delle due appena affrontate. Per lo più occorre fare attenzioni nei mesi primaverile ed autunnale, poiché in alcuni punti il terreno è fangoso e cedevole. Nel giro di breve si arriva all’unico punto di interesse a 1224 metri, ovvero la “
Geschütz Kaverne“. Si tratta di una caverna con una stanza soltanto dove era presente un obice di grosso calibro. Sono presenti ancora la
“barra millimetrata”, e il “
“fulcro rotante”” dove poggiava il cannone. La vista è piuttosto chiara, i proiettili puntavano verso
Sompdogna dove abbiamo visto nelle passate escursioni il
Jof di Miezegnot e lo stesso
Jof di Sompdogna pregni di testimonianze militari. All’ingresso della Kaverne, la
“scritta incisa” da un soldato.
Si prosegue effettuando un piccolo anello per poi ritornare alla “Fuss Nabois”. Qui si prende a destra, nelle indicazioni blu-verde. Dopo un chilometro incontreremo i
“resti di una cucina” da campo. Nella roccia abbiamo visto delle cartucce e una spoletta, oltre a resti di razioni K. Continuando si arriverà di nuovo dietro il Grande Sasso.
Prendendo la prima indicazione con il bollo verde (siamo tornati al primo anello) vedremo un piccolo anfiteatro dove probabilmente intrattenevano i militari, con tanto di panchette ricavate nel pendio. Poco più avanti incontreremo la “
U Kaverne” con l’incisione “
“1916”” sulla roccia e dopo poco la “
Mg Kaverne” con la piccola caratteristica
“statuetta votiva”. Dopo pochi metri siamo sul limitare del torrente Saisera, qui possiamo attraversa ed intercettare la carrareccia che ci porta alla strada e quindi al parcheggio.
Link al sito ufficiale