Pianificare una escursione significa rendere decisamente più sicura la vostra uscita escursionistica in montagna. Se vogliamo è un po’ come il mantra dei medici, dove prevenire è meglio che curare. Una massima che può andare bene anche nella nostra situazione.
E’ bene subito precisare che la montagna può essere decisamente pericolosa. In particolare per chi vive nella pianura Friulana, ogni giorno si vedono le montagne li a due passi, sembrano così vicine e così familiari. Ma nonostante il fatto che i sentieri siano battuti quasi giornalmente e ci siano informazioni di ogni genere ogni anno il bollettino di coloro che perdono la vita proprio sulle
Alpi Carniche o Giulie è impressionante. Basta effettuare una ricerca sul sito del
Messaggero Veneto per rendersi conto di quanto la montagna possa diventare insidiosa.
Quindi dire “oggi è una bella giornata, vado a farmi una escursione” è il momento in cui potreste lasciarci la ghirba perché non avete preparato a dovere l’uscita. Partiamo quindi con una serie di consigli utili da fare PRIMA di una escursione.
La meta.
Innanzitutto la prima cosa è scegliere la meta (intesa come tragitto nel suo svolgimento completo). Non tutte le mete sono realizzabili. In modo molto banale d’inverno con la neve non potrete sicuramente andare dove siete stati d’estate. Ma non è necessario che ci siano metri di neve, basta anche che ci sia umido, non vi sia battuta di sole perché una parte difficile è esposta a Nord e con il calare della temperatura si forma un sottile strato di ghiaccio con ovvie conseguenze.
Quindi la meta va scelta in base alla preparazione fisica vostra e dei vostri compagni di escursione. Non trovatevi nella situazione di provare i vostri limiti in montagna, ma sappiate riconoscerli prima. Come dice uno che la Montagna la conosce eccome,
Ed Viesturs, e che abbiamo fatto un mantra di questo sito: “Raggiungere la cima è facoltativo, tornare indietro è obbligatorio”.
Come sceglierla? con la pianificazione su mappa prima di tutto. Sia quelle digitali, che quelle cartacee. Quindi consultare una
Mappa Tabacco per avere una idea generale di quelli che possono essere punti insidiosi. Le
Mappe Tabacco sono ottimamente realizzate in questo senso e non a caso sono un punto di riferimento per l’escursionismo.
In seconda battuta esistono dei software gratuiti che permettono di realizzare con pochi click il percorso che intendiamo effettuare ed avere un profilo di elevazione che mostra pendenza e dislivello. Personalmente avendo un
Garmin utilizzo
BaseCamp che comunque è un software gratuito. Come aggiunta all’interno di Basecamp utilizzo le mappe
OpenMtb Map e Freizeit Karte Alps, sempre gratuite poiché basate sul progetto
Open Street Maps.
Una ricerca in rete è consigliabile. Spesso si trova che l’escursione scelta è stata percorsa di recente da qualche appassionato, che potrebbe riportare notizie aggiornate sulla percorribilità dei sentieri o la fruibilità dei ricoveri, ecc. Una foto di un passaggio chiave potrebbe aiutarvi a decidere se quella meta è adatta a voi oppure no.
Non ultimo potete consultare le nostre schede. Sappiate che le nostre escursioni si sono svolte in un giorno ben preciso e quindi la loro descrizione è intesa al momento del nostro passaggio. Lo potete verificare attraverso la scheda “Dati rilevati dal GPS”. Qui a destra potete vedere un esempio, dove sono indicati la data di inizio e fine di quando abbiamo effettuato l’escursione e la durata. Questo significa che tra un inverno e l’altro ci possono essere delle significative variazioni dovute ad esempio agli schianti nevosi che devastano il fondo danneggiando i sentieri. Ove possibile dove abbiamo notizia miglioreremo le schede in tal senso. In cima all’articolo è specificato quando abbiamo effettuato eventuali aggiornamenti al testo.
Lo scopo finale di una pianificazione su mappa è imparare il percorso, quando sarete sui sentieri vi potrete trovare in difficoltà, ma almeno potrete avere dei riferimenti per poter effettuare una scelta corretta. Ovviamente sul campo cartina e GPS sono obbligatori, ma di questo parleremo in un apposito articolo.
Previsioni del tempo.
Il secondo fattore di incidenti in montagna sono dovuti al non aver considerato le condizioni atmosferiche. Bisogna avere una finestra delle previsioni ottimale, e non sempre il tempo atmosferico coincide con la domenica o quando avevamo il giorno libero. Non forzate con “magari poi schiarisce”. Se andate a Lignano e piove male che vada tornate indietro. In escursionismo potreste non riuscire a ripetere un passaggio perché in andata era un quieto scolo per le acque e ora è diventato un torrente impetuoso. Meglio rimandare, i sentieri rimangono sempre li ad aspettarvi.
Quindi consultare, anche più volte, le previsioni dell’Osmer dato che possono anche cambiare nel corso della giornata. Meglio se la finestra di bel tempo si estende a più giorni. Non ultimo le considerazioni sul campo. A volte anche i metereologi prendono cantonate, a volte semplicemente le previsioni sono più per macro area, e invece dove stiamo andando noi la nuvoletta imprevista si mette a buttare giù il diluvio. Quindi guardate il cielo e fatevi una idea, se possibile giocate d’anticipo. Ad esempio siete in cima e si annuvola d’improvviso, pensate ad un piano “B” del percorso se possibile, proprio in virtù della pianificazione fatta il giorno prima.
Lasciare detto meta e orario.
Specie se si va da soli (cosa che non si dovrebbe mai fare), ma in ogni caso anche se siamo in gruppo. Lasciare detto dove si va e l’orario previsto di ritorno. Questo vale anche sul campo, in molti luoghi ci sono malghe o rifugi gestiti. Andare dal gestore e scambiare due parole, dicendo appunto la meta e quando uno pensa di tornare, in caso di problemi può essere determinante nel soccorso.
Allo stesso modo, soprattutto nei percorsi più difficili o su più giornate, lasciate traccia del vostro passaggio sui libri di vetta e dei ricoveri, indicando l’ora e la prossima meta: potrebbero essere utili ad una eventuale squadra di soccorso che dovesse cercarvi.