Istruzioni per il parcheggio.
Si deve arrivare a
Montereale Valcellina, sulla strada Provinciale 29 dal Pordenonese. Individuare la
Chiesa della Fradese in largo Manin. Sulla sinistra parte la via Montenero che percorriamo per 450 metri e ci immettiamo sulla destra in Via Chiaranda. Per facilitare la cosa dovrebbero esserci le indicazioni per
la discoteca che sta all’inizio della collina, oltre alle indicazioni per
l’osservatorio astronomico. Percorriamo tutta la strada, asfaltata, sino ad arrivare appunto al già citato
“osservatorio”, dove inizia la carrareccia e giusto davanti ad esso è presente uno spiazzo dove andremo a parcheggiare.
Escursione.
Nel nostro caso la gita è stata fatta il 6 gennaio, una giornata in cui il freddo era decisamente pungente. L’escursione inizia agevolmente sulla
“strada sterrata” (679 mt) che seguiamo per la semplicità, sono una serie di tornanti (alcuni si potranno tagliare) che ci porteranno dopo un bivio (tenere la sinistra) dinnanzi alla
“Casera Pian della Corona” (840 mt). Si tratta di una moderna costruzione dove è presente un grosso fienile industriale e una abitazione, entrambe in stato di abbandono. Tagliamo dentro giusto per fare qualche foto, ma si potrebbe tranquillamente restare sulla strada. Usciti dalla casera prendiamo una traccia sulla destra, che non è segnata ne sulle
Tabacco ne sulle
Open Street Map, ma è piuttosto evidente. Si può anche seguire la strada, poiché di fatto questa è semplicemente una scorciatoia per evitare il tornante e passare vicino ad un laghetto artificiale desolatamente vuoto. Poco prima di reinnestarsi sulla sterrata le tracce sono meno evidenti e si va ad intuito, salendo un declivio che per altro sulla strada evitereste.
Tornati sulla strada si continua a salire sino al tornante successivo, dove dopo cinquanta metri scarsi sulla sinistra un
“cartello in legno” (912 mt) con indicazioni per Cuol Salaris e una evidente traccia sulla sinistra ci invitano a staccare la carrabile. La traccia si fa subito boscosa, ma ci sono comunque segnavia
“giallo-blu” a confortare la via. Da qui si apre per un attimo anche il panorama verso la pianura, continuando su una strada
“rocciosa” immersa in sottobosco, troveremo
“un cancello” in ferro in mezzo al nulla. Nel nostro passaggio era aperto e lo sembrava da tempo, da li a poco lasceremo il bosco per trovare
“il panettone “del Zuccol che appare (con la luna dietro) sulla nostra sinistra. Qui si sale senza una traccia precisa (non segnata nelle cartine, ma molto semplice) sino a trovare il
“crocicchio” di vetta (1058 mt).
La vista in cima permette di vedere bene la pianura, mentre verso Sud-ovest vedremo il
Pala Fontana e il Ciastelat. Verso Nord il Monte Fara. Visto il freddo polare, limitiamo la sosta a qualche foto, e decidiamo di scendere, sempre fuori traccia, dal declivio che si affaccia sulla pianura. Ovviamente in inverno, con erba al minimo e dopo un lungo periodo esente da piogge, hanno permesso di poter scendere con cautela ma senza nessuna difficoltà. In altre condizioni del fondo è meglio valutare con attenzione, poiché in particolare subito dopo la cima
“la pendenza” è un po’ marcata, seppure per un tratto esiguo.
L’idea è quella di “disegnare” una ampia curva verso sinistra che ci permetterà di agganciare la strada sterrata, sul tornante (862 mt) che abbiamo evitato tagliando per il bosco in precedenza. Come citato poc’anzi si tratta di un fuori pista e quindi non è presente una traccia, ma la dobbiamo inventare sul momento. Una volta agganciata la strada scendiamo a ritroso, passando davanti alla casera e giù sino al penultimo tornante, dove complice una traccia in bosco piuttosto evidente sulla destra, ci permette di tagliare l’ultimo pezzo e uscire proprio sul parcheggio.
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna
Zuccol suspigna